Il Vecchio Amaro del Capo è uno dei liquori più tradizionali della Calabria. Prende il suo nome proprio dalla località detta Capo Vaticano, che si trova vicino a Tropea, località che è anche raffigurata nell’immagine stampata sulla bottiglia. Il Vecchio Amaro del Capo viene esportato in tutto il mondo ma affonda le sue origini nella calda e generosa terra calabrese. Questo prodotto è il frutto di una ricetta antica della Calabria ed è stato rielaborato dai Mastri Distillatori Caffo per ottenere un prodotto che, nell’epoca in cui è stato inventato, potesse piacere ad un gruppo vasto ed eterogeneo di persone, fra le quali anche donne e ragazzi.

Fu Giuseppe Caffo a prendere in carico verso la fine del 1800 una piccola distilleria a Santa Venerina, Sicilia, che poi acquistò nel 1915. Da lì i Caffo rielaborarono un’antica ricetta calabrese, secondo la tradizione, prendendo ispirazione dalla località di Capo Vaticano, dove crescevano tantissime erbe spontanee, frutti e radici. Nasce così un infuso speciale che da quel momento diviene il cuore del Vecchio Amaro del Capo, ovvero il ‘liquore d’erbe di Calabria’ per eccellenza, un distillato in grado di racchiudere i profumi di una regione tanto da diventarne il simbolo.
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Il Vecchio Amaro del Capo viene prodotto con ingredienti semplici: acqua, alcool neutro, zucchero, aromi naturali ed infusi di erbe. Le piante usate nella preparazione sono colte solamente in alcuni momenti dell’anno, in modo che sprigionino tutti i loro sapori e profumi: si tratta di una ventina di erbe, radici e frutti come menta, mandarino, anice, camomilla, liquirizia, issopo, ginepro, arance. Si tratta di erbe e radici salutari e tipiche della zona di Capo Vaticano.

Le erbe, i frutti e le radici vengono lasciati macerare per qualche giorno in vasi di vetro, con alcol purissimo, e quindi si procede alla lavorazione del liquore, aggiungendo zucchero e mettendo a riposo il tutto in bottiglie ermetiche, per circa 4 mesi. Il liquore, così prodotto, assume una classica colorazione scura. Il sapore è dolce, ma il retrogusto, merito delle numerose erbe e radici, è spiccatamente aromatico, con sentori di arancio amaro, liquirizia e ginepro. La gradazione alcolica è di circa 35 gradi.
La vera ricetta del Vecchio Amaro del Capo, antica e segreta, è ancora oggi tramandata di generazione in generazione dalla famiglia Caffo.
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Il Vecchio Amaro del Capo viene in genere bevuto a fine pasto, liscio o ghiacciato, ma sempre a temperature fredde ed in bicchieri gelati. Si tratta di un eccellente digestivo perfetto per il dopo cena, ma il Vecchio Amaro del Capo è anche un ottimo prodotto per la meditazione nei momenti di relax. Il successo del liquore si è sparso in tutto il mondo, non solo in Italia. Numerosi i riconoscimenti internazionali al prodotto.

Nel 2010 il prodotto è stato l’unico amaro italiano premiato con la medaglia d’oro al concorso mondiale di Bruxelles. Anche nel corso della fiera TuttoFood, che si è tenuta nel 2017 a Milano, il Vecchio Amaro del Capo ha vinto il primo premio. L’amaro in questione risulta essere il più amato dagli italiani, e si conferma un prodotto ricco di sapori, sfumature, e che racchiude nella bottiglia il calore e la saggezza delle antiche ricette calabresi.
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