Crotone è famosa per essere la patria di Archimede e, infatti, sarà proprio lui a guidarci – come filo conduttore – in questo suggestivo viaggio tra i piatti tipici di questa città della Calabria. Innanzi tutto ricordiamo che già Petronio, nel Satyricon del 1° secolo d.c. , scriveva che “Crotona, urbem antiquissima et aliquando Italiae primiam“ (Crotone, città antichissima e un tempo la prima d’Italia). Questa città è la vera perla dello Ionio, dalle origini greche, e pare proprio che il nome derivi dal greco Kroton, eroe mitologico ucciso erroneamente da Ercole, il quale – accortosi dell’errore – promise che in quel luogo sarebbe sorta una città che avrebbe portato il nome dell’amico ucciso. Questa terra è stata resa famosa anche grazie a Milone di Crotone, vincitore di ben sei olimpiadi, Pitagora, il più famoso filosofo di tutti i tempi che scelse Crotone per fondare la sua scuola e Alcmeone padre fondatore della medicina antica.

Facciamoci un bel tour della città partendo dal Duomo del  IX sec e continuiamo con le tante chiese del centro storico, come la Chiesa di Santa Chiara, con la sua caratteristica facciata in gesso di marmo, proseguiamo con la Chiesa dell’Immacolata del 1738 in stile barocco o la Chiesa di San Giuseppe del 1719. Da vedere il Monumento ai Caduti della Guerra del 1915-18, il Castello costruito nell’840 d.C. , la Villa Comunale, oltre visitare nei dintorni la Torre di Nao, adibita oggi a museo per reperti subacquei, la Torre di Tonda, la Torre di Martello, la Torre di Scifo e la Torre di Capocolonna.

Cosa mangiare a Crotone: elenco dei prodotti e dei piatti tipici

Siete pronti per sapere quali piatti non dovete perdervi a Crotone? Pepariamoci allora alle delizie della cucina, dove troveremo sempre il rinomato pane di Cutro, un paese dell’entroterra, famoso in tutta la provincia per la bontà delle sue farine. Questo pane (scopri qui la ricetta del pane calabrese tipico) viene preparato con un’alta percentuale di farina di grano duro e farina di grano tenero, che fanno sì che si mantenga inalterato per vari giorni, senza perdere la sua freschezza. Il pane di Cutro è annoverato tra i pani migliori d’Italia ed è esportato anche in tutta Italia.

Iniziamo il nostro itinerario culinario con un bel crostino cu a’ Sardella piccant conzata ccù ogghju e cipoll i’Tropeia (pane a crostino con sardella piccante, olio e cipolla rossa di Tropea), seguito da delle vrasciole fritte prima e altri crostini con qualsiasi sott’olio vi venga in mente, come ad esempio quelli di pummadori sicchi (pomodori secchi) di pipi salati (peperoni salati) di funci all’ogghio, di alivi scacciati.

La sardella detta anche “caviale dei poveri” per le sue origini contadine altro non è che una deliziosa crema spalmabile fatta con gli avannotti delle sarde o delle alici e tanto peperoncino in polvere. E non tralasciate di gustare il rinomato pecorino Crotonese DOP a metà strada tra il pecorino romano dop e il pecorino a latte crudo e la ricotta affumicata con legno di uliveti e aranceti. E per finire una bella fetta di Caciocavallo di Ciminà.

pasta con la sardella calabrese

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Passiamo ora ad un bel piatto di Cavatelli (cavateddri) che altro non sono che squisiti gnocchetti di pasta fresca preparata con farina di grano duro, acqua e sale. Vengono serviti con un ragù di carne suina e salsiccia crotonese. Oppure fatevi deliziare da una buona zuppa di pesce fresco ma piccante (U cuadaru) appena pescato nel mar Ionio.

Tra i secondi piatti, la tradizione culinaria di Crotone offre secondi di pesce e di carne, soprattutto maiale, accompagnati da deliziosi contorni di verdure. Ricordiamo di gustare le bontà crotonesi sempre con un filo di olio extravergine di oliva DOP, con denominazione dell’ “Alto Crotonese prodotto principalmente in provincia specie nei comuni di Castelsilano, Cerenzia, Pallagorio, San Nicola dell’Alto, Savelli, Verzino.

Ma sono i dolci il piatto forte di Crotone soprattutto quelli pasquali, con specialità come le “cuzzupe” e le “pitte“, o i dolci tipici natalizi come i “crustuli” e i “tardiddri”.
 Le cuzzupe sono dolci fatti con farina di grano duro, lievito, acqua ed uova; normalmente gli si dà la forma di lettere dell’alfabeto, cosparse di “l’annaspero” che consiste in una cremina bianca fatta con zucchero, bianco d’uovo e succo di limone.

cuzzupa calabrese ricetta originale

Le pitte, sono dolci essenzialmente pasquali anche se qualcuno usa farle anche in occasione del Natale, il cui nome deriva dall’arabo “pita” che significa schiacciata, in effetti la pitta è fatta di sfoglie di pasta di grano duro che viene schiacciata con un mattarello e distesa all’interno di una teglia metallica e circolare.

All’uscita del forno alcuni usano bagnarla con il vermut, altri aggiungono un po’ d’olio, altri ancora del miele. Citiamo su tutte la  pitta ‘nchiusa (o pitta ‘mpigliata). I crustuli, sono invece dei dolci fritti fatti con farina di grano tenero con un impasto molto liquido come del resto i tardiddri che sono sempre dolci fritti fatti con farina di grano duro e ricoperti miele.

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piatta mpigliata o nchiusa ricetta originale
E per finire parliamo del vino Cirò , il primo vino calabrese ad ottenere il riconoscimento Doc, una prelibatezza la cui storia ha inizio nell’VIII secolo a.C, con i primi sbarchi dei coloni greci sulle coste Calabresi, ove rimasero talmente impressionati della fertilita’ di questi vigneti che gli diedero il nome di “Enotria“, “terra dove si coltiva la vite alta da terra”. Si tratta di un monovitigno coltivato tra i comuni di Cirò, Cirò Marina, Crucoli, Melissa e Rocca di Neto, con uve corpose e un colore molto scuro e buccia assai carnosa. Prodotto nelle tre diverse tipologie di rosso, rosato e bianco.

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Il Cirò Doc è tra i più esportati e conosciuti a livello internazionale, oggi viene prodotto dalle aziende Librandi, Caparra & Siciliani, Ippolito, Lucà, Malena, Enotria e Val di Neto.

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